Quanto è importante la salute psichica nel benessere di un individuo? Cosa vuol dire che “la decrescita nel campo della sanità è la prevenzione”? Ne abbiamo parlato con il dottor Franco Berrino. Ecco l'ultima parte dell'intervista.
Ecco l’ultima parte dell’intervista al dottor Franco Berrino. In quest’ultima sezione abbiamo approfondito l’importanza nel benessere dell’individuo della salute psichica, passando per la sua meditazione camminata in Nepal. La risposta all’ultima domanda sulla decrescita ha, invece, una forza dirompente, delicatamente impetuosa, sulla quale dovremmo riflettere. Partiamo così con l’ultimo giro di domande.
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Quanto incide la salute psichica nel benessere di un individuo? Tale parametro è più difficilmente quantificabile… Se incide, in che maniera lo fa?
Berrino dichiara subito che sono stati fatti molti studi sull’importanza della nostra psiche nello sviluppo delle malattie, anche se sono piuttosto difficili da fare. È più facile studiare quello che uno mangia, anche se anch’esso porta con sé le sue difficoltà. “Vi sono sempre più dati che dimostrano quanto la nostra vita mentale e spirituale influenzi il rischio di ammalarsi”.
Oggi con le nuove tecniche formidabili della biologia molecolare, si è stati in grado di dimostrare che “chi ha una pratica di meditazione modifica l’attività di certi geni”. Si può così spegnere l’attività dei geni che aumenta l’infiammazione. “Ed è una cosa molto importante”. L’infiammazione è un meccanismo di difesa dell’organismo: ci difende dagli agenti infettivi, dalle ferite e così via. Se non abbiamo una malattia infiammatoria ma le sostanze dell’infiammazione sono alte nel sangue, all’interno comunque di valori normali, ci si ammala di più di diverse patologie. Berrino conferma che ci si ammala più di cuore e ci si ammala più di cancro in particolare. E anche i malati di cancro se hanno le citochine infiammatorie alte nel sangue hanno più facilmente delle recidive.
“E allora dobbiamo tenere bassa l’infiammazione e possiamo farlo con il cibo, ma possiamo farlo anche con la nostra mente”. La meditazione o la preghiera, ad esempio, sono efficaci. Tipicamente molte pratiche di meditazione si basano sul concentrarsi e fare attenzione, mantenendo una consapevolezza del proprio respiro. Rallentando la respirazione, si attiva il nervo vago, così si modifica il nostro sistema nervoso autonomo e si abbassa il livello di infiammazione.
Sono stati fatti degli studi su chi recita i mantra della filosofia
orientale, ma anche su chi prega. C’è un bellissimo studio che ha
confrontato il mantra tibetano che si chiama Oṃ Maṇi Padme Hūm con le
persone che recitano l’Ave Maria in latino (funziona di più che in
italiano). In entrambi i casi si rallenta la frequenza del respiro e si sta concentrati su quel che si dice.
“Queste pratiche influenzano l’attivazione di quel che c’è scritto nei nostri geni, nel nostro DNA.” Vi sono studi che suggeriscono che le pratiche di controllo dello stress migliorano la prognosi di certi tumori. “Però è un campo che non ha ancora una grande solidità di ricerca”.
Sarà per colpa del papillon, che tra le altre cose adoriamo, ma ci è venuto in mente Luca Mercalli, che abbiamo incontrato qualche tempo fa a Torino, il quale ci ha detto che “Se continuiamo il business as usual, avremo bisogno dell’equivalente di tre terre al 2050 con nove miliardi e sei di umani. Non ci sono! Natura in bancarotta! Punto. L’alternativa è rientrare prima possibile nelle possibilità dell’unico pianeta che abbiamo che però imporranno una certa decrescita, volenti o nolenti”. Cosa pensa della decrescita felice, in particolare nel campo della sanità? Nei suoi anni di lavoro si è dovuto scontrare molto con l’idea che la sanità sia un business come tutti gli altri oppure no?
Il nome dell’associazione La grande via, creata dal dottor Berrino e il suo team, prende nome dal famoso libro “La rivoluzione del filo di paglia” di Fukuoka, il quale diceva che il giorno in cui avremmo ucciso l’ultimo albero e avvelenato l’ultimo fiume, ci accorgeremo che non possiamo vivere mangiando denaro.
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“Queste pratiche influenzano l’attivazione di quel che c’è scritto nei nostri geni, nel nostro DNA.” Vi sono studi che suggeriscono che le pratiche di controllo dello stress migliorano la prognosi di certi tumori. “Però è un campo che non ha ancora una grande solidità di ricerca”.
Sarà per colpa del papillon, che tra le altre cose adoriamo, ma ci è venuto in mente Luca Mercalli, che abbiamo incontrato qualche tempo fa a Torino, il quale ci ha detto che “Se continuiamo il business as usual, avremo bisogno dell’equivalente di tre terre al 2050 con nove miliardi e sei di umani. Non ci sono! Natura in bancarotta! Punto. L’alternativa è rientrare prima possibile nelle possibilità dell’unico pianeta che abbiamo che però imporranno una certa decrescita, volenti o nolenti”. Cosa pensa della decrescita felice, in particolare nel campo della sanità? Nei suoi anni di lavoro si è dovuto scontrare molto con l’idea che la sanità sia un business come tutti gli altri oppure no?
Il nome dell’associazione La grande via, creata dal dottor Berrino e il suo team, prende nome dal famoso libro “La rivoluzione del filo di paglia” di Fukuoka, il quale diceva che il giorno in cui avremmo ucciso l’ultimo albero e avvelenato l’ultimo fiume, ci accorgeremo che non possiamo vivere mangiando denaro.
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