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martedì 23 agosto 2016

Cosa c'è dietro al cibo industriale

















Corpi estranei, livelli elevati di ormoni, antibiotici, metalli o pesticidi: nei cibi industriali si trova un po' di tutto, stando ai dati forniti dal Sistema di sorveglianza europeo e dalle stesse ditte che a volte richiamano, esse stesse, i propri prodotti. Ma l'alternativa c'è: privilegiare i cibi, freschi, biologici e possibilmente locali.

Cosa c'è dietro al cibo industriale Da Il Cambiamento

Corpi estranei in ritagli di ostie croccanti, salmonella nella soia e nella carne di pollo, livelli eccessivi di Escherichia coli nei mitili, mercurio nel tonno, frammenti di vetro in ravioli ai funghi, aflatossine nel grana padano, couscous con muffe e la lista è ancora lunga. Sono le anomalie e le irregolarità nei prodotti italiani che hanno preso la via dell’estero o del mercato interno e che sono state rilevate e segnalate, nelle ultime settimane, dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi.

Il cibo sano pare, dunque, una chimera o almeno una equivalenza impossibile con il cibo industriale, sia prodotto in Italia che all’estero. Qualche altro esempio?

Tra i lotti respinti alle frontiere o oggetto di informazione ci sono: migrazione di cromo e manganese da lame per elettrodomestici da cucina provenienti dagli Stati Uniti; mercurio in lombi di pesce spada (Xiphias gladius) sottovuoto e scongelati dalla Spagna; residui di sostanza proibite (tau-fluvalinato e cloramfenicolo) in propoli crudo dalla ex Iugoslava, Repubblica di Macedonia; ocratossina A in miscela di caffè tostato da Italia.

E ancora: colorante non autorizzato (Reactive Red 195) in concentrato di frutta dal Messico; infestazione da parassiti Anisakis in rana pescatrice refrigerata (Lophius piscatorius) dalla Francia; presenza di DNA di ruminanti in materiali alimentari provenienti da Danimarca e destinati a mangime.
Poi ci sono i ritiri di prodotti per questioni di potenziali allergie o presenza di sostanze estranee.

Per esempio, a fine luglio Ikea ha esteso il richiamo delle due tavolette di cioccolato avviato un mese prima per la mancanza delle indicazioni in etichetta di due ad altri sei prodotti al cioccolato. Il motivo è sempre lo stesso la mancanza dell’indicazione sull’elenco degli ingredienti riportato sull’etichetta della frase “può contenere mandorle e nocciole”. Si tratta di una dimenticanza che potrebbe procurare problemi alle persone allergiche o intolleranti. Il richiamo interessa tutti i mercati mondiali e tutti i lotti venduti. Ikea precisa che la presenza di mandorle e nocciole non è una presenza occasionale ma che è stata rilevata frequentemente.
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