Macrolibrarsi

domenica 19 giugno 2016

Distrazioni alimentari






















Dai supermercati sta gradualmente sparendo l’acqua minerale gassata condannata senza appello da misteriosi riti salutistici: si compra qualsiasi schifezza industriale, ma quando si arriva all’acqua ecco che la “natura” prende il sopravvento e se proprio nel segreto dei nostri cuori abbiamo un debole inconfessabile per le bollicine, alimentiamo questo vizio con le acque “naturalmente frizzanti” come se la Co2 acquisita prima di arrivare alla fonte sia diversa dall’anidride carbonica immessa prima


Distrazioni alimentari Di Il IL SIMPLICISSIMUS

dell’imbottigliamento, quando invece se c’è qualcosa che produciamo in grande quantità e in purezza è proprio la Co2. Inoltre questa piccola aggiunta favorisce la digestione e al contrario della favola auto assolutoria, non gonfia affatto la pancia legandosi invece al cibo. Ma è un processo che per quanto semplice ha un costo che considerate le caratteristiche basiche del prodotto non può essere, non ancora perlomeno, interamente caricato sul prezzo finale dopo aver contribuito per molti decenni nel dopoguerra ad innalzare invece quello dell’acqua “naturale”, spesso ottenuta attraverso concessioni poco più che simboliche e resa attraente proprio dalle bollicine.

Ma questo non è che uno fra i tanti miti alimentari i quali nel loro insieme riflettono spesso solo campagne commerciali per vendere questo o quello, per orientare i consumi, per strappare maggiori profitti vendendo fumo senza nemmeno fermarsi di fronte alla speculazione sulla malattia. Un caso di scuola può essere la celiachia, malattia di origine genetica, dai contorni non ben chiariti, rarissima se non sconosciuta fino a poco tempo fa, ma “esplosa” guarda caso proprio nel periodo in cui negli Usa cominciò una campagna senza precedenti contro l’uso dei cereali nell’alimentazione. Certo è strano che una particolarità genetica di questo tipo sopravviva nell’area mediterranea dove da almeno 6 millenni si vive di cereali e si sa che anche la ricerca non è insensibile allo spirito del tempo. Ma è anche strano che la stragrande quantità dei malati vengano diagnosticati in età matura o giovanile, quando invece la patologia dovrebbe manifestarsi già all’uscita dalla placenta. Di fatto però sarebbe un peccato essere esclusi da questa moda e così tutti sospettiamo di essere celiaci benché di fatto solo 57 mila persone in Italia abbiano sintomi correlabili a un’affezione reale di questo tipo. L'articolo continua su IL SIMPLICISSIMUS


Nessun commento:

Posta un commento