Oggi si festeggia la Giornata Nazionale dei Grani Antichi sul Calendario del Cibo Italiano firmato AIFB.
Qual'è l'antenato di tutti i cereali?
Sarebbe più corretto parlare di antiche cultivar o varietà, ma antiche quanto?
Un interessante articolo di Dario Bressanini lo spiega esaurientemente. Il più antico antenato del grano è quello che chiamiamo farro monococco, a sua volta domesticato e coltivato da una specie selvatica, il triticum boeoticum. Ma molto tempo prima si era verificato un evento singolare: l'intero genoma di un'altra specie selvatica, il triticum urartu, si era fuso con quello di una graminacea, Aegilops speltoides, dando vita al triticum dicoccoides, o farro selvatico, con il doppio dei cromosomi dei "genitori". Dal farro selvatico nel corso del tempo si è naturalmente selezionata un'altra specie, il triticum dicoccum, o farro coltivato, base delle coltivazioni nel periodo neolitico e, successivamente, il grano dei faraoni e degli antichi romani con cui si faceva il pane e la birra.
In seguito a successive trasformazioni, il triticum dicoccum ha generato il triticum durum, il nostro grano duro.
Ancora una trasformazione, avvenuta all'incirca 8000-9000 anni fa, ha permesso la fusione del triticum dicoccum con Aegilops Tauschii, dando vita al triticum spelta o farro spelta, che a sua volta genererà il triticum aestivum o grano tenero. Dunque il grano tenero non ha un antenato selvatico diretto, ma porta con sé il genoma di tre specie diverse che lo hanno generato.......
Oggi si festeggia la Giornata Nazionale dei Grani Antichi sul Calendario del Cibo Italiano firmato AIFB. Articolo di De Gustibus Itnera
L'Ambasciatrice di oggi è Candida De Amicis del blog "mmm...buonissimo!"
Quale migliore occasione per una, come me, che da anni sostiene le piccole produzioni di cereali di antiche varietà? Sono felice di tornare a parlare di questo argomento, già trattato in un mio precedente articolo a cui vi rimando.
Da quando ho pubblicato quell'articolo è passato del tempo, ma la curiosità sull'argomento è cresciuta, assieme alla consapevolezza dei coltivatori e dei consumatori.
Sembra sia diventata una moda parlare di grani antichi, ma secondo me non è così. Bisogna solo capire di cosa si parla, cosa si vuole intendere col termine "antico" riferito ai cereali.
Vogliamo partire dalle origini? Tornare indietro di 10.000 anni, quando l'uomo iniziò ad addomesticare alcune piante e a coltivarle? Bene, facciamolo.
L'Ambasciatrice di oggi è Candida De Amicis del blog "mmm...buonissimo!"
Quale migliore occasione per una, come me, che da anni sostiene le piccole produzioni di cereali di antiche varietà? Sono felice di tornare a parlare di questo argomento, già trattato in un mio precedente articolo a cui vi rimando.
Da quando ho pubblicato quell'articolo è passato del tempo, ma la curiosità sull'argomento è cresciuta, assieme alla consapevolezza dei coltivatori e dei consumatori.
Sembra sia diventata una moda parlare di grani antichi, ma secondo me non è così. Bisogna solo capire di cosa si parla, cosa si vuole intendere col termine "antico" riferito ai cereali.
Vogliamo partire dalle origini? Tornare indietro di 10.000 anni, quando l'uomo iniziò ad addomesticare alcune piante e a coltivarle? Bene, facciamolo.
Qual'è l'antenato di tutti i cereali?
Sarebbe più corretto parlare di antiche cultivar o varietà, ma antiche quanto?
Un interessante articolo di Dario Bressanini lo spiega esaurientemente. Il più antico antenato del grano è quello che chiamiamo farro monococco, a sua volta domesticato e coltivato da una specie selvatica, il triticum boeoticum. Ma molto tempo prima si era verificato un evento singolare: l'intero genoma di un'altra specie selvatica, il triticum urartu, si era fuso con quello di una graminacea, Aegilops speltoides, dando vita al triticum dicoccoides, o farro selvatico, con il doppio dei cromosomi dei "genitori". Dal farro selvatico nel corso del tempo si è naturalmente selezionata un'altra specie, il triticum dicoccum, o farro coltivato, base delle coltivazioni nel periodo neolitico e, successivamente, il grano dei faraoni e degli antichi romani con cui si faceva il pane e la birra.
In seguito a successive trasformazioni, il triticum dicoccum ha generato il triticum durum, il nostro grano duro.
Ancora una trasformazione, avvenuta all'incirca 8000-9000 anni fa, ha permesso la fusione del triticum dicoccum con Aegilops Tauschii, dando vita al triticum spelta o farro spelta, che a sua volta genererà il triticum aestivum o grano tenero. Dunque il grano tenero non ha un antenato selvatico diretto, ma porta con sé il genoma di tre specie diverse che lo hanno generato.......
continua a leggere l'artcolo su De Gustibus Itnera
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