martedì 19 aprile 2016
Foreste: un patrimonio da salvare
Negli ultimi anni, quello dei cambiamenti climatici è risultato uno dei temi più controversi e dibattuti: è un fenomeno, questo, frutto di secoli di gestione irresponsabile delle risorse del Pianeta e di inquinamento su vasta scala che coinvolge tutti i Paesi del Mondo, e a cui bisogna trovare una risposta immediata.
Quando si parla di cambiamenti climatici l’attenzione è tuttavia focalizzata sull’inquinamento, sulla necessità di diminuire le emissioni e sulla conservazione tout court di piante e animali; così facendo, però, viene trascurato il ruolo fondamentale della gestione responsabile delle foreste come strumento di contrasto ai mutamenti in corso. Questo avviene, molte volte, a causa della percezione – errata – dell’equivalenza tra utilizzo responsabile del patrimonio forestale e deforestazione.
Come tutti sappiamo, la copertura forestale mondiale continua a ridursi ad un ritmo allarmante: ogni minuto perdiamo in media l’equivalente di 50 campi da calcio; ciò contribuisce a limitare la capacità delle foreste di catturare e immagazzinare il carbonio e al significativo aumento (8% circa) delle emissioni di CO2. Come può dunque l’abbattimento di alberi giovare alla salute del nostro Pianeta?
Un utilizzo responsabile delle foreste (e la salvaguardia della loro capacità di mitigare i cambiamenti climatici) parte dal riconoscimento del loro valore intrinseco: quello economico del legno, certo; ma anche le funzioni di stoccaggio del carbonio e di conservazione della biodiversità; la protezione delle acque e le rigenerazione delle falde; l’essere rifugio e fonte di cibo per animali e persone – tutti fattori che non vengono presi in considerazione dal taglio indiscriminato.
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